“Pietro, è ora di cambiarsi quella maglietta”.
“Ma perché, mamma?!”.
“Perché è tutta sudicia”.
“Ma no, guarda….”
“Guardala bene!”.
“Però non voglio, uffaaaa. Qui c’è lo stemma della polizia, se poi lo stacco non mi si riappiccica più!!!”.
“Ma sì!!”.
“No, ho già provato! Perché oggi a scuola C. me l’ha strappato dalla maglia e me lo ha tutto stropicciato perché lo voleva anche lui. E io gli ho detto: se lo volevi anche te dovevi andare alla festa della protezione civile anche te!!”.
E mentre lui parla io me la immagino proprio bene questa scena che mi sta raccontando. E mi si riempie il cuore di tenerezza.
“E poi me lo sono ripreso e l’ho riappiccicato”.
E penso alla sua grinta. A quanto è fragile e forte insieme.
E me lo rivedo alla festa della protezione civile. Lui, Gio e Tommi, nella piazza del Comune di Sesto Fiorentino, tra mezzi di soccorso, camionette e sirene spiegate. A urlare. Di stupore e gioia.
“Mammaaaaa, il camion dei pompieri!!! Posso montare?”.
“Certo!”.
“Pietro, vieni?!”.
“No!”.
“Oh, guardate: la moto della poliziaaa. Io voglio montare lì”.
“Pietro, vieni?”.
“No”.
“Ma l’adesivo della Polizia stradale lo vuoi?”.
E l’albero del soccorso alpino, attrezzato per l’arrampicata. E lui che ha detto di no a tutto, finalmente prende parola: “Io voglio arrampicarmi lì!”.
E lì ci passa tutto il pomeriggio, a salire e scendere. E salire e riaccendere. Finché si fanno le sei. Ed è ora di smontare.
“Sì lo voglio”.
“Cosa?!”.
“Lo stemma della Polizia Stradale. Me lo dai?”.
E torniamo a casa. Con lo stemma in bella vista appiccicato sulla maglietta pulita – ancora per poco!