Dover fare un tratto a piedi di dieci minuti. E decidere di prendere lo stesso la macchina. Non la bici, la macchina. Non per paura della pioggia, della neve, delle intemperie o per colpa di un ginocchio ballerino. Ma per pura indolenza. E scoprire che lì, appena dopo aver girato l’angolo della strada, c’è un ingorgo che nemmeno se dovessero fare i lavori per due linee della tramvia. Troppo traffico anche solo per fare inversione e tornare mestamente indietro. Troppo traffico per vivere.
Ma ci piace così: complicarci la vita. Complicare gli affari semplici.
Dominare una partita e prendere doppietta da uno che suscitava solo risate, appena annunciato il suo nome all’ingresso in campo. Difensore e portiere che si comprendono meno di Totti e dell’inquadratura di un obiettivo. Scartare tutti, tunnel, scavetto, essere ad un passo dal gol più bello dell’anno e centrare la traversa. Ritrovarsi in porta uno che infonde meno sicurezza del sedicente sedicenne che fa i pacchetti sotto Natale, con dodici metri di scotch e tre centimetri quadrati di carta da regalo. Tredici coccarde per ripianare le falle. E poi: in che lingua si intenderanno un serbo, un argentino e un rumeno? E nessuna battuta sulla punta che inciampa su se stesso, che tenta colpi di tacco e lancia gli avversari: perché a noi piace complicarci le cose.
Altro che ACF. ACAS Fiorentina: Associazione Complicazione Affari Semplici.
Ma meglio così: 7 gol, 3 punti e 5 anni di vita in meno. Tanto li passavamo all’incrocio del nuovo ponte dello Statuto.