Lenticchie. Un bel ciuccio fluorescente. Risate. Fontane coloratissime. Cous cous di pesce. “Quaterna!”. Scintillini in quantità. Amici vecchi e nuovi incontri. Un forno a legna. Giochi, giochi e ancora giochi. Un freddo birbone fuori ma dentro: il calore e l’accoglienza di una casa colorata. Botti e strabotti. “Mezzo mondo” seduto alla stessa tavolata: dalla Cina al Camerun al Marocco con un pensiero speciale che, son sicura, è arrivato fino in Canada.
“Ragazzi ma quanto manca?”.
“Il mio telefono dice: e 59”.
“Ma allora cominciamo a contare, dai! Siete pronti con lo spumante?”.
“Vai, eccolo!”.
“Dieci”.
“Bimbi venite, ci siamo!”.
“Nove”.
“Ma Tommaso e Pietro dove sono?”.
“Otto”.
“Mancano anche…”.
“Eccolo, uno l’ho trovato!”.
“Sette”.
“Mancano ancora Tommi e Pietro”.
“Sei”.
“Eccoti! Vieni Tommi torna dentr…”.
“Cinque”.
“Vieni si fa il cont…”
“Quattro”.
“No, dai però manca Pietro”.
“Pietroooooo”.
“Tre”.
“Non lo vedo neppure in giardino”.
“Due”.
….
“Eccolo!! Pietro ma….
“Ci sono tutti i fuochi d’artificio lì davanti. Ero lì a guardarli”.
“Ci torni subito. Ora ci facciamo gli auguri ché è quasi mezzanotte”.
“A che punto c’era?
“Si ricomincia vai!”.
“Dieci, nove, otto….”.
E così ti accorgi che il tempo va e viene. Che la mezzanotte può scoccare prima o dopo e non ha importanza. C’è altro. Molto altro: l’amicizia, per esempio. Il calore di un abbraccio. La leggerezza di un sorriso. La dolcezza di una mano sulla spalla. Condividere. Far spazio e lasciar spazio. Mettersi in ascolto. Ohana.
Ecco, tra tutti gli auguri che vorrei fare, scelgo proprio questo: ohana.
Buon Anno! Anzi, già che ci sono: “Aloha!”.
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