L’espressione “attaccarsi al tram” è un sinonimo di “arrangiarsi”. L’espressione è desueta, sostituita nel linguaggio comune da declinazioni generalmente più volgari, che non coinvolgono mezzi di trasporto. In origine l’espressione si riferiva, appunto, ai tram, che nelle prime versioni disponevano di sporgenze esterne, utilizzabili come maniglie, che venivano sfruttate dai ritardatari per attaccarsi al tram in movimento.
Oltre ai ritardatari, anche chi voleva viaggiare senza pagare il biglietto era solito “attaccarsi al tram”. Non c’è film neorealista italiano in cui tale consuetudine non sia adeguatamente rappresentata.
In tempi recenti, però, in disuso non è andata solo l’espressione, ma anche la pratica, complice la mancanza da decenni delle maniglie esterne e la comparsa, sui pochi tram sopravvissuti, delle porte automatiche. Per questo l’immagine di qualcuno appeso al tram è decisamente inconsueta. Comprensibile, quindi, che la fotografia scattata domenica 19 da un perplesso automobilista di Firenze ad un giovane appeso ad un tram, nel tratto di tramvia tra Scandicci e la stazione, abbia suscitato parecchio scalpore.
Difficile ipotizzare che si tratti di un ritardatario o di uno che voleva viaggiare a scrocco. È più probabile che si tratti di una bravata. Le autorità stanno indagando per identificare il giovane e c’è da credere che, se riusciranno ad individuarlo, la bravata possa avere per lui sgradevoli strascichi.
Di sicuro c’è da riconoscere al giovane una discreta dose di originalità. Tra le tante fesserie che si possono compiere per goliardia, questa non è certo la più frequente. Qualche dubbio, però, sorge sul fatto che possa essere anche divertente.