Voglio raccontarvi di Babbo Aldo nella “Firenzina” dei primi anni ‘30. Ne ho parlato nel mio libro “Gli Ercoli. Le radici, la famiglia, la mia storia” (eh sì – e qui parlo io, Tessa – il mio babbo ve l’ho detto che è un po’ egocentrico! ma non in senso negativo! è talmente entusiasta della vita e della sua vita che ama parlare di sé, di noi, dei suoi ricordi. E con questo libro, va detto, ci ha fatto un bel regalo: a noi figli e credo anche ai suoi amici).

Nel periodo tra le due guerre, Firenze si portava ancora dietro i fasti del periodo in cui era capitale d’Italia. La Firenze bene aveva superato brillantemente la crisi di fine anni ’20, la crisi del ’29, quella che aveva messo in ginocchio il mondo intero. Era una città ricca e piena di luci, con una attività letteraria senza uguali e dove i suoi Caffè, le sue piazze ed i ritrovi erano vissuti con un costante cicaleccio che la fece definire la “Firenzina”! Città bella, bellissima ma provincialotta nell’anima. I “Casini”, le case chiuse, vivevano questa ricchezza in ogni angolo della città e le “Signorine” godevano di un rispetto ben diverso da quello cui loro oggi riserva la prostituzione da strada. I Casini erano dei salotti dove la gente si ritrovava e dove la “maitresse” sapeva ben distinguere ceto e livello del frequentatore. Aldo, nostro padre, ci raccontò, in un giorno di grande loquacità ed allegria, di come lui, giovane in vista, con una bellissima limousine scoperta, ogni anno all’arrivo della primavera, invitava quattro “signorine” per una gita a Viareggio! Lo fece con serenità e ricordandole con il massimo del rispetto…e quando nel 1959, con la legge Merlin, le case vennero chiuse il suo laconico commento fu: il tempo dirà!

Facile previsione la sua. Oggi siamo invasi in ogni dove dalla prostituzione da strada! Sesso a “go go” da poche lire con una Amministrazione che non sa porre un freno e che rende sempre meno vivibile la nostra bella Firenze.

Era la Firenzina di quegli anni la meta prediletta della nobiltà inglese che ne aveva fatto punto di riferimento per la cultura e gli interessi. Tanti i residenti del Regno Unito in quella Firenze.

Tra le tante cose che mio padre riferiva della Firenzina del periodo tra le due guerre e gli anni cinquanta una cosa mi è rimasta sempre impressa ed ancora oggi mi fa sorridere. Era la Firenze mercantile e bottegaia che aveva arricchito molte famiglie fiorentine, quella Firenze di cui oggi si sono perse le tracce e che al posto degli antichi negozi del centro cittadino altro non propone che fast food e pizzerie. Imperava il Casinò Borghesi e i night club segnavano le notti dei rampolli fiorentini. Nelle strade lo sferragliare del tramvai e lo zoccolio dei cavalli con al traino le carrozze. Si dice che proprio i fiaccherai fossero i confidenti dei giovani bene di Firenze e che questi rampolli elargissero laute mance ai conducenti. Un giorno uno di questi fiaccherai venne noleggiato da un noto personaggio della nobiltà fiorentina che a fine corsa lasciò una modesta mancia…alla vista dei pochi spiccioli il Fiaccheraio ebbe a risentirsi con una frase simile a questa: “ovvia Signore…il sù figliolo sì che l’è un be’ cliente ed è un piacere scarrozzarlo per le su’ mance!” La risposta fu sibillina: “certo, ma lui c’ha i babbo ricco!” Mai frase è stata più appropriata; negli anni dal ’70 al ’90 quella Firenze è scomparsa, i rampolli ricchi hanno consumato le ricchezze dei padri e delle loro splendide “botteghe” non vi è più traccia! Era la Firenzina dove la Nobiltà dominava ancora la scena e le grandi famiglie fiorentine facevano il bello e il buono della nostra città…era una Firenze vissuta dove la “cocaina” primeggiava in alcuni ambienti “bene” e dove l’omosessualità, pur presente, si nascondeva dietro il pudore di ognuno. Il Bottegone di piazza Duomo, i locali pieni di storia di piazza della Repubblica, Rivoire in piazza Signoria, con Via Tornabuoni e via Calzaiuoli rappresentavano il salotto “bono” della nostra Città con la presenza della cultura Europea e mondiale.

 

Ugo Ercoli è autore di alcuni libri che narrano dei suoi luoghi e delle sue passioni: oltre a “Gli Ercoli”, “Firenze in bricciche. Io fiorentino “didentro” vedo Firenze a modo mio”, “Castiglioni raccontata da un fiorentino di scoglio. Immagini, pensieri e sensazioni su Castiglione della Pescaia”… solo per citarne alcuni!

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