Ha passato gli ultimi tre mesi a portarci un po’ ovunque. Kilometri e kilometri: autostrade, superstrade, stradine di campagna, lungomare, tornanti… E poi: succhi rovesciati, sabbia, sudore, erba di montagna, grilli morti, briciole, bottiglie vuote…
Insomma, una bella lavata a questo punto – alla mia Espace – non gliela toglie nessuno!
E allora: al Car Wash!
Ma non il solito benzinaio. L’autolavaggio proprio. Quello che gli porti la macchina che è una schifezza e te la rende come nuova. Uno di quei Car Wash che fanno tanto Los Angels. Non fosse per la calata: “icchè si fa, signora. Che vòle anche i’pprelavaggio?!”.
Ce n’è uno a Scandicci, un altro a Campo di Marte e uno anche a Castello. Basta trovare quello in cui è permesso rimanere in macchina durante la pulitura. Perché quello è il vero divertimento!
Direi uno spettacolo: il sapone spruzzato sui finestrini, i getti d’acqua sparati sui vetri, le spazzole che girano, si gonfiano e sembra che ti arrivino addosso. E poi l’asciugatura finale che è la ciliegina: “Mamma il phon!!!!!”.
E giù: risate!
Con i bambini è da provare. Io adoro portarceli: loro guardano fuori dal finestrino e io guardo loro. Li vedo ballettare sul seggiolino, impazienti. Poi lo spettacolo comincia e gli s’illuminano gli occhi. E le bocche si spalancano tra lo stupore, la meraviglia e la paura.
Forse, l’unica pecca, è che dura un po’ poco, ecco!
Breve ma intenso. Come un temporale estivo.
Che se arriva, tra oggi e domani, è colpa mia.
Sì, mi autodenuncio: l’ho lavata io la macchina!
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