Carissimi tutti, questa settimana devo la mia più totale riconoscenza ad un nostro affezionato lettore che, con sguardo brillante e scatto repentino, ha immortalato l’immagine di cui mi appresto al commento senza porre ulteriore tempo in mezzo. Quivi viene immortalato quello che, anche al meno arguto degli osservatori, dovrebbe apparire come un semplice materasso abbandonato all’angolo di una strada. Ma, nessuno si senta offeso, sarebbe ingenuo ed insensato fermarsi alle semplici apparenze. Così come, si usa dire, il Diavolo si nasconderebbe nei dettagli, ecco che il Genio potrebbe benissimo nascondersi dietro gli angoli. Angoli, o cantoni, che nella vecchia Firenze si chiamavan “canti” e di cui ancora oggi vi son testimonianze illustri, come il “Canto de’ Bischeri” in Piazza del Duomo.
Ecco, questo particolare angolo di via Gino Capponi con via della Colonna dovrebbe, grazie proprio ad un anonimo geniaccio fiorentino, essere rinominato “Canto de’ Tetris”. Avverto e comprendo il possibile straniamento del lettore e la conseguente urgenza di una spiegazione da parte mia e non intendo sottrarmi in alcun modo al piacere ed al privilegio di fornirla. Con la semplice perfezione che è propria della geometria euclidea, il nostro genio ci pone di fronte ad un ardito Teorema dell’incastro degno dello spirito di un Pitagora o di un ben più attuale Aleksej Leonidovič Pažitnov, inventore appunto del famoso gioco del Tetris, dove il materasso sembra essere caduto dall’alto per andare ad occupare esattamente lo spazio a lui dedicato e, magari, completare uno schema.
Ciò dimostra che vi è un Rinascimento perenne che continua a circolare per le strade della nostra città permeando ogni luogo con “codici di geometria esistenziale” (come cantava il poeta). Ed il genio fiorentino che ne è, direttamente o indirettamente ispirato, non si ferma certo di fronte ad un apparente elemento di degrado, bensì lo trasforma in una pedina che precipita nell’invisibile schema di un Tetris metropolitano. E allora oggi si torna bambini. Voglio giocare anch’io!
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