Una delle ricette più antiche della nostra città è il Peposo all’imprunetina e, come da tradizione, ha la propria leggenda. Si racconta che Ser Filippo Brunelleschi abbia sfamato e riscaldato i propri artigiani che lavoravano alla “fabbrica” di Santa Maria del Fiore, proprio con il peposo.
Pare che questa pietanza sia stata inventata proprio dai “fornacini”, addetti alla cottura dei mattoni delle zone di Impruneta e Greve in Chianti, che usavano mettere della carne all’imboccatura del forno in modo da cuocerla lentamente, proprio durante la preparazione del “cotto”. Sempre la leggenda racconta che per costruire il celebre cupolone di Santa Maria del Fiore, siano servite ben quattro milioni di tegole e all’epoca l’Impruneta non aveva né i mezzi di trasporto né i forni adatti e le maestranze da sfamare a Firenze erano numerose.
E allora ecco la soluzione: sfamare tutti quegli uomini con ritagli di carne, magari anche dura – collocata in un angolo del forno dove, nel frattempo, cuocevano le tegole per molte ore, tanto la cottura era lunga e lenta.
Una curiosità. Nei libri di cucina la ricetta del peposo mette, fra gli ingredienti, il pomodoro che, all’epoca di Ser Brunelleschi, non era ancora conosciuto perché l’America non era ancora stata scoperta. La ricetta originale parla solo di pepe dato che all’epoca non esistevano né ghiacciaie né frigoriferi e il pepe era l’unico conservante per carne. Essendo così “forte” nell’odore, il pepe copriva altri odori alla carne non perfettamente conservata.
Ecco il piatto e la leggenda serviti! Buon appetito.
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