“Sono distrutto!”. È finita così, la nostra giornata di ieri. Con queste poche ma significative parole di Pietro.
Sinceramente: non credevo che un giro al museo c’avrebbe ridotti così.
Ma forse è stato tutto il resto a disintegrarci: presi dall’asilo alle quattro e catapultati sul treno per Firenze. Il bussino elettrico fino a piazza della Repubblica…. E apro una parentesi: il bussino con tre bambini piccoli, la nonna e il passeggino è semplicemente una pazzia. Me ne sono resa conto mentre si aprivano le porte, alla fermata di via Panzani. Ma ormai era tardi per tirarsi indietro.
E poi, finalmente: Palazzo Strozzi!
Era la loro prima volta al museo. L’ho tartassati: “Al museo non si corre. Non si urla. Non si tocca”. E mentre parlavo pensavo che: “Troppi no!”.
Allora ho provato a raccontargli cos’è per me il museo. E perché vorrei “silenzio e pace”. E siccome però qualcuno che dica “no”, ci vuole…. Ho delegato a Barbara, che ci ha strappato il biglietto all’ingresso. “Bimbi, questa ragazza vi deve dire qualcosa su come si sta al museo” – e intanto le lanciavo occhiate complici e supplichevoli. È stata bravissima! E anche i bimbi lo sono stati. Grazie anche a Lisa, la nostra Cantastorie, che ci ha raccontato del Brunelleschi e di Donatello e ci ha lasciati tutti a bocca aperta. Tutti chi?! Tre mamme e sei bambini. Venuti al Palazzo proprio per “Il Cantastorie racconta”. E – son sincera: è decisamente valsa la fatica. I bambini hanno ascoltato, disegnato, raccontato. Un’ora che è volata.
Il museo c’è piaciuto: da matti!
Il bussino un po’ meno.
Ma questo è un dettaglio. Forse.
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