Che gli smartphone stiano assumendo un ruolo sempre più centrale nella nostra vita è cosa evidente a tutti. L’utilizzo come mezzi di pagamento in sostituzione della tradizionale carta di credito sta prendendo sempre più piede anche in Italia, dimostrando che siamo pronti per un uso più evoluto del semplice “contenitore di App”.
Non deve quindi stupire l’annuncio di Google e Qualcomm relativo al nuovo servizio di Identity Credential. Il servizio sostituirà, con documenti digitali, i tradizionali documenti cartacei (carta d’identità, passaporto, patente di guida e quant’altro). Il servizio sfrutterà le nuove potenzialità hardware dell’ultimo nato della piattaforma Snapdragon, il System-On-Chip 865, e sarà supportato dalla versione R di Android (spesso indicata anche come Android 11), in rilascio nella seconda parte del 2020.
Qualcomm ha annunciato che il nuovo chip verrà distribuito a tutti i produttori di smartphone, con le sole eccezioni di Huawei e Apple, che realizzano direttamente i chip dei propri telefoni. Almeno inizialmente quello che nella presentazione veniva indicato come “la Bestia” sarà destinato solo a dispositivi 5G di fascia alta, per poi progressivamente essere adottato anche da smartphone di fascia media, con una stima di Qualcomm di 2.8 miliardi di persone connesse in 5G entro il 2025.
Appare evidente, però, che il passaggio da documenti tradizionali a documenti digitali non possa essere una questione esclusivamente tecnica, perché necessità di un apparato pubblico che recepisca e gestisca tale novità. In Europa sarà molto più difficile che negli Stati Uniti o in Cina, perché l’Unione Europea, con il GDPR e non solo, sta tutelando in maniera molto spinta la privacy dei cittadini. Anche qualora l’Unione Europea decidesse di consentire l’utilizzo di Identity Credential, la decisione finale sull’adozione e sulla regolamentazione spetterebbe comunque ai singoli Stati membri.
Nel caso alcuni aspetti pratici andrebbero approfonditi. Sicuramente, per dire, bisognerebbe pensare a come gestire casi di inaccessibilità temporanea al telefono, ad esempio per dimostrare la propria identità in caso di batteria completamente scarica, ma sembra che anche soluzioni per queste criticità siano già allo studio da parte di Qualcomm.
Una cosa è certa: dopo anni in cui i nuovi modelli di smartphone ben poco aggiungevano alle caratteristiche e funzionalità dei loro predecessori, questa novità di Qualcomm potrebbe davvero rappresentare quella che gli esperti di marketing chiamano “killer application”.