“Allora Franci, pronta per il debutto di stasera?!”.
“Oddio, non è un debutto dai. Raccontiamo una storia ai bimbi del nido e la animiamo un po’”.
“Ma allora perché quella parrucca rossa?”.
“Boh, io…..”.
“E perché il mantello nero e la gonna a pois viola?”.
“Ecco, in realtà….”.
“E la bacchetta magica, la scopa?”.
“Voglio dire….”.
“Perché tutte quelle prove, nel giardino dell’asilo nido?”.
“Vabbè, due prove…..”.
“Ti sei imparata a memoria le battute?”.
“Ecco, tecnicamente no!!! E in effetti, se proprio lo vuoi sapere: c’ho l’ansia”.
Sì, perché recito davanti ad una venticinquina di due e treenni che, invece, la storia di Rossella (di Axel Scheffler e Julia Donaldson, EL Edizioni) la sanno parola per parola!. Respiro. Guardo l’orologio: manca ancora qualche ora. E allora perchè questo tuffo al cuore?! È l’idea di Giovanni che finisce l’asilo nido. Un anno colorato, sguaiato, allegro, borbottone. Un anno di giochi complici e litigate tra piccirulli. Un anno bellissimo, per lui e anche per me. Per l’aria che si respirava, in quelle due stanzette piene di giochi. Per i sorrisi delle maestre, tutte le mattine. Per i suoi sorrisi. Ecco, oggi pomeriggio c’è la festa di fine anno. E nella recita che i genitori hanno imbastito per i bambini ci sono anch’io: sono la Strega Rossella.
“Dici che se lo ricorderà questo anno di nido?”.
“Io non credo…”.
“E allora non si ricorderà neppure della figuraccia tremenda che farò stasera!”.
“Lui no, ma noi…..”.
“Voi state attenti, perché oggi sono più strega del solito!!”.
PS. La foto è quella. Voglio dire: sono io in persona! Aggiungeteci, sullo sfondo, la sagoma del Cupolone, del Campanile, quella del Palazzo Vecchio… Ci siamo!