
La questione immigrazione in Europa sembra essere sempre di più una partita a poker, tra bluff e rilanci, proprio un paio di giorni fa la Commissione europea ha rilanciato a suon di euro il piano di reinsediamento di richiedenti asilo dai Paesi terzi direttamente verso l’Europa. Il commissario all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha proposto di aumentare da sei a dieci mila euro il contributo economico ai governi per ogni migrante di cui i Paesi si faranno carico.
Gli stati membri che sino ad ora si sono dimostrati riluttanti alla partecipazione del programma, ma secondo Avramopoulos « la proposta costituisce un enorme progresso del nostro impegno volto ad offrire vie legali di accesso sicuro in Ue perché coloro che ne hanno bisogno possano ricevere protezione».
Il piano che, ancora una volta, non è obbligatorio bensì volontario, sarà lasciato alla discrezione dei singoli Stati decidere il numero di persone da reinsediare ogni anno. Tuttavia la Commissione fisserà dei piani annuali adottati dal Consiglio e resi operativi attraverso programmi di reinsediamento mirati.
Questa proposta ha sollevato delle critiche provenienti dal gruppo della sinistra al Parlamento europeo, la Gue/Ngl, che parla di una proposta che «distorce il concetto del programma di reinsediamento europeo, indirizzandolo solo al controllo dell’immigrazione». In una nota, la deputata svedese Malin Björk, sottolinea che «questa proposta è una continuazione del vergognoso accordo tra l’Unione europea e la Turchia che prevede che i rifugiati siano spediti in giro e che l’Europa li ceda a paesi terzi che in cambio controllano i confini».
In balia di se stessa, l’Europa non riesce a trovare la bussola da seguire. Offrire denaro in cambio di vite umane, rappresenta la distorsione più assoluta dei concetti su cui l’Europa venne fondata.