Gli immigrati rappresentano un’opportunità per l’Italia, questo è il tema alla base della ricerca svolta dal Centro studi di Confindustria. Infatti gli immigrati non vanno valutati solamente sotto il profilo dei costi che gravano sul Paese di arrivo, ma soprattutto per i benefici che un loro inserimento sociale può apportare alle economia occidentali, ed in particolare all’Italia. In particolare, anche se il processo di accoglienza ha costi elevati, la partecipazione attiva degli immigrati sia al mercato del lavoro che sotto il profilo dei consumi va a beneficio delle casse dello Stato. Il dato che emerge da questa ricerca è stupefacente: il lavoro dei migranti vale 124 miliardi, 8,7% del nostro pil.
Questa ricerca si è tramutata in un accordo siglato tra Confindustria e il Ministero degli Interni, con l’obiettivo di iniziare un percorso al fine di inserire nel processo lavorativo i rifugiati, iniziando da tirocini presso aziende associate.
Siamo nell’ovvio affermare che la forza lavoro degli immigrati è essenziale per le sorti dell’Italia, un Paese che sta invecchiando e con un calo demografico significativo. L’accordo stipulato può indirizzare maggiormente la questione dell’immigrazione verso il giusto binario, senza cadere nella trappola di chi sbandiera la minaccia dell’invasione nei sui programmi politici.
L’emergenza immigrati non può essere definita tale, anche perché è, purtroppo, una questione non solo italiana bensì internazionale. Tale flusso migratorio è accentuato dal grande disordine mediorientale, che ha accelerato il flusso di migranti verso l’Europa, tanto da farlo diventare una questione al centro della sua agenda. Anche se il tema è stato dibattuto a livello europeo, tuttavia l’Europa al momento non si è dotata di un quadro comune nel quale agire, anche perché la gestione delle procedure di asilo resta per la maggior parte sotto la responsabilità del singoli Stati.
Che l’immigrazione sia una risorsa e non una minaccia, ora sembra essere sempre più ovvio.