Il Black Friday è solo una delle tante “mode d’importazione” dagli Stati Uniti. Non appartiene alla nostra tradizione, essendo storicamente legato ad una festività che in Italia molti conoscono solo perché nominata nei film d’oltreoceano. Il “venerdì nero” è infatti il giorno successivo al Thanksgiving, caratterizzato da offerte e promozioni, originariamente limitate al solo venerdì, per dare ufficialmente inizio al periodo degli acquisti natalizi. Una giornata per acquisti particolarmente convenienti, che spingono decine di milioni di americani a fare la coda per ore prima dell’apertura dei negozi, per potersi accaparrare i pezzi migliori ai prezzi migliori.

Da qualche anno anche in Italia molti commercianti hanno importato tale usanza, per poter anticipare il periodo di acquisti natalizi che in passato coincideva, in linea di massima, con il week end dell’Immacolata.

L’e-commerce ha, ovviamente, dato un grande contribuito alla globalizzazione della festività americana, ma, in tempi recenti, anche alla sua dilatazione. Già lo scorso anno molti siti di commercio elettronico hanno effettuato promozioni per un’intera settimana. Amazon ha battezzato Black Friday Week i sette giorni dal venerdì precedente al venerdì nero. Alcuni siti, quest’anno, si sono spinti ancora più in là, proponendo sconti per tutto il “mese del Black Friday”.

Per non farsi mancare nulla, molti di coloro che non hanno effettuato già da inizio mese promozioni legate al Black Friday, hanno però deciso di effettuare promozioni particolari in occasione di un’altra festività in passato completamente sconosciuta da noi: il Single’s Day cinese (11 novembre).

Per varie ragioni, quindi, il mese di novembre è stato caratterizzato da offerte continuative o a macchia di leopardo che, di fatto, hanno permesso ala clientela di effettuare acquisti a prezzo di saldo per tutto il mese (con una scontistica il più delle volte tra il 30% e il 50%).

Essendo gennaio e febbraio i mesi tradizionalmente dei saldi di fine stagione, è difficile immaginare che gli acquirenti che non hanno particolare urgenza effettueranno acquisti in dicembre, se non adeguatamente motivati da sconti analoghi a quelli di novembre o che ci saranno a gennaio e a febbraio. È lecito quindi attendersi anche per il mese di dicembre promozioni e offerte  a vario titolo e di varia entità, per evitare che le vendite abbiano un calo proprio nel mese che tradizionalmente è il più strategico per il commercio.

A questo punto si può ragionevolmente dire che non esistano più i “prezzi pieni”, perché se per una ragione o per l’altra per tutta la stagione ci sono sconti, alla fine il prezzo reale di un oggetto diventa quello scontato e il prezzo di listino si riduce ad essere un’indicazione meramente teorica.

Se il commerciante vende praticamente sempre a prezzi scontati come fa a sopravvivere? È lecito ipotizzare che il suo margine sia comunque adeguato anche sul prezzo scontato? Se così è, non si configura una sorta di mercato dei prezzi di listino “gonfiati” per poter applicare sconti (più o meno) fittizi per tutta la stagione?

Se le cose stessero davvero così, i consumatori alla fine dei conti non ci avrebbero guadagnato.

Mi piace definirmi lombardo di origine, fiorentino di adozione. In realtà Firenze se ne è ben guardata dall’adottarmi. Non si è neppure sbilanciata su un affido. In sintesi, quindi, sono un apolide, con un accento da autogrill, che vive a Firenze da circa un quarto di secolo. Delle numerose passioni che coltivo, quella per la musica è il filo conduttore dei miei primi interventi su tuttafirenze, ma il mio ego ipertrofico e la mia proverbiale immodestia mi spingono ad esprimermi su qualunque argomento, con la certezza di riuscire a raggiungere vette non comuni di banalità e pressapochismo. I miei contributi hanno uno scopo ben preciso: rincuorare le altre firme, dando loro la consapevolezza che c’è sempre chi fa peggio.