Avete presente quando vi alzate la mattina con quella sensazione di vuoto, di mancanza? E non vi è chiaro come riempire questa lacuna, questa uggiosità dispettosa… Be’, l’altro giorno, invece, mi si è manifestata netta la voglia di leggere qualcosa di letteratura, di buona letteratura. Aiuto! La mia mente necessita di grande letteratura! Così mi è venuto incontro questo racconto di Erri De Luca…
In un contesto naturale, fra i silenzi della montagna, la sfida fra il capo branco dei camosci e un vecchio cacciatore. L’animale, dall’animo e dall’intelligenza quasi umana, e l’uomo, dal cuore e dall’istinto quasi animalesco, si affrontano fra le rupi, i larici, le doline ed i ghiaioni carsici. Testimoni del duello la montagna e i suoi attori, fra cui capeggia il volo imperscrutabile dell’aquila. Questa sfida solitaria e rarefatta, fra due mondi lontani che spesso si calpestano e che quasi mai si comprendono, è il tappeto vellutato nel quale si adagia questo pezzo di grande letteratura. Scarno, ma non arido, pungente e riflessivo, con la suspense di un noir, la penna dello scrittore, senza un tecnicismo di troppo, racconta questa sorta di fiaba amara donandoci il gusto della grande scrittura.
Sopravvissuti a fatica al naufragio dovuto a tutto il ciarpame che affolla gli odierni banchi di pseudo-librerie, vedrete come sarà gustoso rientrare nel sicuro porto dei classici.
Edizione commentata
Erri De Luca, Il peso della farfalla, Feltrinelli Editore, Milano, 2009