Improvvisamente, in una mattinata come tante altre in cui ti prepari per andare a lavoro, leggi che la città in cui vivi c’è una “minaccia grave ed imminente” di attentato terroristico.
Leggendo ciò rimani perplesso ed incredulo, ed inizi la tua giornata come se niente fosse. Ma poi, con lo scorrere delle ore, ti rendi conto che non è il solito sensazionalismo dei giornali, ma la pura e semplice verità. Questo è ciò che è accaduto a Bruxelles negli ultimi due giorni, una città sempre attiva e piena di vita, è diventata silenziosa e si è popolata di polizia ed esercito.
La mia iniziale ed ingenua incredulità è probabilmente da attribuire al fatto che mai avrei pensato che mi sarei potuto trovare in una situazione d’assetto da guerra, come invece ora appare il centro di Bruxelles. Dopo 48 ore di massima allerta e di un po’ di paura, la domanda che rimane è: cosa accadrà? Bisogna forse cadere nei facili pensieri populisti che ci vengono offerti da qualche esponente della destra tanto europea quanto italiana? Bisogna vivere con la paura e guardare con sospetto da chi ha una cultura differente dalla nostra?
