Sono storie d’amore. Quell’amore autentico. Vero. L’amore che è dono. Senza conti e tornaconti. Quell’amore che si moltiplica senza mai dividersi. L’amore che arriva come un vento forte, caldo. Che scompiglia e confonde. E toglie le nebbie e le foschie. Ma sono anche storie di dolore e sofferenza. Di fatiche e tentativi. Di cadute e di ferite. E ancora dolori. Sono le storie di affidamenti familiari. Storie di famiglie che si sono messe in cammino. “In viaggio per l’affido”. Sono le storie che si intrecciano nelle stanze dei Centri Affido di Firenze e dintorni. Quegli stessi centri che in queste settimane aprono le loro porte e organizzano giornate di giochi, laboratori, dibattiti…. È il “Mese dell’affido”. E mentre scrivo rivedo gli occhi e i visi di quei babbi e di quelle mamme affidatarie. Li sento raccontare le storie dei loro bimbi in affido. “L’affidamento familiare è una forma di sostegno sociale che consente al bambino proveniente da una famiglia in difficoltà di vivere in un ambiente favorevole e al tempo stesso al nucleo di origine di avere il tempo per superare la fase di disagio”. Questa è la definizione “ufficiale”. Per me l’affido è una forma di amore. Una storia d’amore. Che spalanca le porte. Un amore che fa spazio e chiede spazio. Quell’amore che ci spinge e ci sospinge. Che è movimento. Che è vita.
Tutte le informazioni sull’affidamento familiare lo trovate qui.