Jorgen e’ un fotografo ed un cantautore. Mai le due cose allo stesso tempo, pero’. In equilibrio fra le due arti, passa dall’una all’altra come un giocoliere. Ha all’attivo 5 dischi: tre con i “Loserville”, due con i “Dimestore Junkies” ad ha in cantiere il suo primo disco solista.
Come fotografo, ha avuto riconoscimenti nazionali ed internazionali; nel 2005 ha vinto il primo premio “Swedish News” per la foto surreale ed inquietante scattata ad uno dei più noti e pericolosi serial killer svedesi.
Viaggia il mondo per documentare e raccontare storie con la sua macchina fotografica e poi torna a casa sua, a Finja per raccontarne altre con la sua chitarra.
Jorgen, quanto si influenzano fra di loro le tue due carriere, la musica e la fotografia?
Sono due arti, due strade, due mondi completamente diversi per me, ma si intersecano, si completano e si potenziano a vicenda. Come musicista posso raccontare una storia dall’inizio alla fine, come fotografo posso solo prendere un frammento di quella storia…posso catturarne un momento, un’emozione, e congelarla nel tempo, senza pero’ poter raccontare come finirà.
Tu hai viaggiato molto, quali sono i posti che hanno influenzato maggiormente la tua carriera?
Quando si tratta di musica, viaggiare per me è fondamentale, ed è fonte di nuove ispirazioni, ma riesco a scrivere canzoni solo quando torno a casa mia a Finja.
Per la fotografia invece non importa dove sono, per me l’importante è avere la mia macchina sotto braccio e raccontare quello che mi circonda. Per i miei reportage ho viaggiato molto in America, India, al Cairo, posti incredibili con storie che mi sono rimaste dentro…recentemente ho fatto un servizio sui nomadi Rumeni a Stoccolma.
Viaggiare è vitale per la tua arte e la tua creatività, ma cosa ti manca di casa tua quando sei lontano?
L’unica cosa che mi manca è mio figlio, per il resto non sento la mancanza di casa quando sono in viaggio, adoro viaggiare…però è sempre un gran piacere per me tornare a casa, nel mio angolo di mondo dove posso sedermi, raccogliere idee, immagini e sensazioni e lavorare in pace e silenzio.
Jorgen, mi hai detto che hai passato ogni estate della tua infanzia ed adolescenza in Italia, che ricordi hai di quegli anni?
Amo l’Italia. Mi sono sempre sentito a casa e molto amato. Ogni anno andavamo in Italia a passare le vacanze con la mia famiglia e poi da adulto ci sono tornato per lavoro, facendo dei reportage a Milano ed uno a Pompei per una mostra che si è tenuta qui vicino, ad Hasslehom.
Amo l’Italia perché è molto diversa dalla Svezia: è colorata e vivace. Adoro il cibo italiano, la lingua, le persone, la musica…Per me tutto in Italia parla la lingua dell’amore!
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