Ebbene, non ci crederete, ma saltare da un tempo all’altro e da un luogo all’altro attraversando un tunnel di Einstein-Rosen, c’è da trovarsi faccia a faccia con personaggi del passato o contro un quadro appena dipinto, lasciando la propria “sindone” sull’opera, facendo pure infuriare l’artista che la dipingeva.
Ed è questo che accadde in effetti quando, in bermuda e infradito, uscii dal worm-hole materializzandomi in una casa accanto a Palazzo Gondi, nella Firenze dei primi anni del ‘500, piombando davanti al Grande Leonardo da Vinci in persona.
L’incontro, devo dirlo, non fu molto cordiale: il grande artista stava dosando i colori nelle sue ciotole quando, apparso dal nulla come un temporale estivo al polo nord, rovesciai tavolo e colori sulla parete nonché sull’abito del Grande Genio.
Il vecchio, colto di sorpresa, emise un urlo così forte che (leggenda narra) sparirono cornacchie e verruche nel raggio di alcune leghe.
Il fatto è che non ero finito solo contro al tavolo! Con una capriola degna di uno stuntman ubriaco, ero finito a faccia in avanti proprio sul più famoso dipinto del mondo! La Gioconda!
Lui, il Grande Da Vinci, visto il disastro che avevo compiuto mi squadrò furibondo e ringhiò: – Messere! Qual maligno prodigio vi mandò quaggiù a demolire la mia di maggior ingegno opera?
Vedendo che non rispondevo, il vecchio mi squadrò di nuovo: avevo la faccia imbrattata di colore, così che, sul mio volto, era rimasto il dipinto della Gioconda e sul quadro, invece, la mia faccia.
Io tentai allora di spiegare ma il trovarmi così faccia a faccia con cotal Maestro mi aveva intimidito. Ripensavo all’opere tutte del Da Vinci e alla mia maldestria.
Avrei voluto discorrere con lui d’altri fatti ma davvero la mia vergogna e contrizione erano troppe.
Ero lì in piedi davanti ad un Monumento dell’Arte e dell’Ingegno in forma umana e non sapevo che dire… la mia faccia dipinta a “Gioconda” e il quadro rovinato!
Quante cose avrei potuto raccogliere, magari chiedendo fatti e misure della sua Arte e riportarla nel mio tempo se mai vi avessi fatto ritorno, e invece..
E invece Lui mi guardava divertito tanto che ad un certo punto, preso da inarrestabile ilarità rovesciò all’indietro lo capo suo ridendo: – Messere, così imbrattato pari la Madonna fiorentina ch’io ritrassi! E con quell’abiti ridicoli.. donde vieni di così tanta furia? Dalla gonfolina? Venisti giù dal Falterona con la piena d’Arno?
E qui la storia continua altrove.
(segue nei commenti)
