Entro da Feltrinelli fermamente deciso a comprare un libro; vorrei però una lettura diversa, meno d’evasione, forse più impegnata e come sempre accade non ho la più pallida idea di cosa acquistare. Vado ad istinto. Poi vedo la lista dei libri più acquistati. Al secondo posto, quindi molto venduto, c’è questo testo di un giovane autore anche se già affermato. Lo sfoglio e vedo che l’argomento ruota tutto sulla figura di Leopardi. Mi intriga anche se non capisco come possa essere ai vertici delle vendite un testo sul Leopardi; misteri italiani.
Lo prendo ed inizio subito la lettura.
La struttura è quella epistolare con tutti i capitoli che iniziano con “Caro Giacomo” e che affrontano varie vicende della vita e delle esperienze del poeta. Lo spunto, dalle rime e dalle prose, serve a far scivolare l’attenzione del lettore sulle proprie ansie, angosce, problemi esistenziali e via discorrendo. Attraverso l’analisi dei testi e del pensiero leopardiano si arriva, questo l’intento dell’autore, a definire un modello di riferimento per affrontare la vita nei suoi rivoli più ardui. L’esperienza è completata dagli innumerevoli “casi” personali che l’autore, in qualità di insegnante, ha incontrato nel suo percorso didattico.
Il libro trasuda tutto l’amore e la passione che D’Avenia ha per Leopardi: suo punto di riferimento e mentore spirituale. Questa fortissima pulsione è trasferita a piene mani al lettore che viene travolto da questo struggente e accorato richiamo.
Il libro è un saggio scritto con lingua colta, composto in maniera complessa e di non facilissima lettura. Un atto d’amore ma non per tutti i palati.
Edizione commentata
Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili, Mondadori Editore, Milano, 2016