Buongiorno, sono una studentessa di quinta liceo e quest’anno devo fare la maturità. Siamo tutti sotto stress: studenti, genitori e insegnanti. Ma secondo lei questo esame ha ancora un senso? Laura
Gentile Laura, l’esame di maturità, o esame di Stato, come sarebbe formalmente più corretto chiamarlo, è in fondo un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Per questo ha un significato particolare e, non a caso, rimane spesso indelebile nella memoria di tutti noi. Non tanto per il voto, perché uscire dalla scuola con 70 o con 80 non cambia la vita. Anche se una buona valutazione può dare qualche chances in più per l’Università o il lavoro e rappresenta comunque una soddisfazione personale.
Ma il valore di quella prova sta altrove. Nel fatto che per la prima volta si è sottoposti ad un esame vero. Dove occorre saper reggere la tensione, confrontarsi con commissari esterni che non si sono mai visti prima, sottoporsi ad un colloquio orale e a prove scritte non facili. È effettivamente un esame di maturità. Però allora dovremmo veramente interpretarlo come tale.
Quello che intendo dire, cara Laura, è che l’esame di maturità ha un senso in sé come rituale di passaggio verso l’età adulta. Ma avrebbe maggior valore se lo rinnovassimo e ne cambiassimo le finalità, l’impostazione, il “clima”. Intanto bisognerebbe avere il coraggio di rinunciare a farne un momento di verifica delle conoscenze. Quelle le hanno già considerate gli insegnanti nel corso dei cinque anni precedenti. E potremmo cominciare a valutare le competenze, la capacità di fare collegamenti e ragionare in modo autonomo, il senso critico, il saper risolvere i problemi, l’originalità di pensiero. Mettiamo i ragazzi di fronte a delle questioni autentiche, collegate alla vita reale e vediamo come se la cavano, se le sanno risolvere. Ma c’è un rischio. Che finiamo per scoprire che quelli più pronti ad affrontare la vita, in tutti i suoi aspetti, tecnici, sociali o culturali, non sono quelli a cui negli anni precedenti abbiamo dato i voti più alti. Ed allora dovremmo interrogarci su qual è il senso della scuola e se vogliamo che l’esame di Stato continui ad essere una sorta di “conta delle nozioni acquisite” o possa diventare una vera e propria prova di maturità.