Antefatto
Un progetto prevede che il capoluogo toscano inglobi i Comuni limitrofi, o almeno alcuni di essi, per dare vita alla Grande Firenze.
Succede nel 2019. Il nuovo sindaco di Firenze è appena stato eletto (Nardella o chi per lui). Questa volta però c’è una novità. Chi siederà sul trono di Palazzo Vecchio si prenderà tutto il banco. Mamma Firenze comincerà a divorare i propri figli dalla prima cerchia. Quella dei Comuni più vicini. Bagno a Ripoli, Sesto, Campi, Scandicci, Impruneta cesseranno di esistere. Consigli, giunte, sindaci, assessori, dirigenti, impiegati, fattorini, tecnici, vigili, uscieri, cuochi, geometri, ragionieri, contabili − una spending review mai vista − diventeranno in un attimo una novella da raccontare la sera ai nipoti davanti al caminetto. Poi, come in un crescendo rossiniano, sarà la volta dei figli della seconda cerchia: Lastra a Signa, Signa, Calenzano, San Casciano. E la grande Firenze diventerà grandissima. Un agglomerato urbano gigantesco, con un solo uomo al comando (Nardella o chi per lui). In barba a tutte le devolution e a tutte le autonomie. Dopo averci fatto credere che bisognava decentrare per amministrare bene, dopo aver fatto spuntare Province e Comuni come fossero funghi, improvvisamente… contrordine! Si riaccentra tutto di nuovo, così si risparmia (ma allora che cosa ci avete raccontato, scialacquatori-che-non-siete-altro di soldi pubblici!?!).
Di sicuro però la maestosità della nuova metropoli ci farà subito dimenticare tutto il resto. Sì, perché dal Piazzale Michelangelo lo sguardo correrà a destra e a sinistra (al centro no, che ci schiantiamo su Monte Morello: abbattiamolo!) fino a perdersi lontano. E sarà sempre a Firenze. La ciliegina sulla torta delle ambizioni smisurate dei nostri amministratori (ma anche nostre) sarà il nuovo stadio, illusione e sogno dei tifosi bagnati del Franchi, la cui costruzione, con questa metropoli nuova di zecca, non potrà più essere rimandata. Anzi, quando ci sarà l’investitura del nuovo “imperatore” (Nardella o chi per lui) si dovrà essere ormai alle ultime rifiniture, tipo rifornire i frigoriferi dei bar oppure attivare la connessione Internet in tribuna stampa. O magari asfaltare la piazzola dell’elicottero per l’atterraggio di DDV (sempre che la tifoseria non abbia già provveduto a esiliarlo come qualche anno fa i nostri antenati fecero con Dante…).
In attesa di un futuro così radioso e scintillante, dalla piccola (ma ancora per poco) Firenze e dallo stadio Franchi scoperto buona Pasqua a tutti.