
Dopo l’abbandono della Grecia del meeting dell’Eurogruppo svoltosi lo scorso sabato, la domanda che scuote l’Europa, ma anche tutti i mercati internazionali, è cosa sta per avvenire? La Grecia uscirà dall’Unione europea?
Di fatto il meeting di sabato in cui erano presenti i ministri dell’economia degli Stati membri dell’UE, si è rilevato un vero e proprio fallimento, con l’incapacità delle due parti al tavolo delle trattative di trovare un accordo. Se da un lato i creditori hanno chiesto, l’aumento dell’Iva per alberghi e isole, la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro e le privatizzazioni e tassazioni sui profitti più alti delle imprese; sull’altro versante il governo greco ha provato ad andare incontro a queste richieste, cercando però di tutelare, almeno per questa volta, le classi più deboli della sua popolazione, accentando un aumento dell’Iva al 23%, e una maggiore tassazione per le sue imprese più floride.
A scontrarsi sono due diverse visioni dell’economia. Il governo di Tsipras supportato dai maggiori economisti internazionali, vuole applicare una politica che non preveda ulteriori tagli alla spesa pubblica, che causerebbe un’ulteriore lacerazione al welfare state greco. Mentre i creditori si ostinano a sostenere le ormai conclamate fallimentari politiche della Troika.
È inutile negare che la colpa dell’attuale situazione economica in cui versa la Grecia è completamente della sua classe politica, ma oggi a farne le spese è il suo popolo. Ciò che è incomprensibile è l’indifferenza dell’UE verso una parte dei sui cittadini, la stessa Unione che qualche tempo fa non ha esitato un attimo a utilizzare i miliardi provenienti da tutti noi per salvare le stesse banche responsabili della crisi economica mondiale.