Premetto che questo pezzo susciterà indignazione.
Polemiche e dissensi.
Fischi come per un pareggio in casa, a reti bianche, contro l’ultima in classifica.
Ma la verità fa male. La verità, quando ti viene spiattellata in faccia, senza filtri, fa molto male. La verità non è che io abbia una considerazione entusiastica di Lotito: ma quando viene fuori, a chiare lettere, un ragionamento oggettivamente vero, non è giusto dargli contro solo per simpatie. Solo per inseguire quel sogno di un miracolo calcistico.
Perché noi, sinceramente, di paesini miracolati dal Dio del Pallone, ne abbiamo le palle piene. Ci basta il Chievo. Anzi, ci bastava il Chievo di del Neri e di Marazzina. Ma se proprio deve continuare a starci, in serie A, con quei suoi 220 tifosi infreddoliti nel gelo del Bentegodi, che ci rimanga. Ma solo il Chievo.
Perché il Sassuolo, oggettivamente, con il Presidente di Confindustria, con i soldi a palate e lo stadio di proprietà, sempre, desolatamente, vuoto, ci fa tristezza.
Perché tra una vittoria in trasferta al Mapei Stadium ed il successo in un Ferraris strapieno, dove l’eco dei tifosi di casa rimbomba e ti senti accerchiato, beh… scelgo la seconda.
Ed allora il campo deve decidere, chiaramente. Su questo non ci sono dubbi. Ma la Serie A a 20 squadre, con Chievo, Sassuolo, Carpi e Frosinone, sinceramente, proprio non me la merito.
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