
E alla fine è arrivato l’atteso endorsement che l’ex segretario di stato Hillary Clinton stava aspettando da tempo da parte del presidente Obama; nel frattempo, il suo più tenace ed inaspettato rivale, Bernie Sanders, sembrava seppellire per ora la sua ascia da guerra.
Una campagna per la nomina presidenziale che nelle file dei democratici non si vedeva da anni, anche quando a contendersi c’erano proprio Obama e Hillary Clinton. Il fattore aggiuntivo in tutto ciò è stato il sorprendente messaggio lanciato da Bernie Sanders. Ha parlato di temi caldi, attuali, percepiti dalla stragrande maggioranza della società come qualcosa di improrogabile, da attuare immediatamente affinché il divario sociale non diventi incolmabile. Si è scagliato contro la sua stessa compagna di partito, Hillary Clinton, definendola sostenitrice del mondo di Wall Street e di quell’1% della popolazione che è autoreferenziale.
Tutti danno il merito a Bernie Sanders di aver, per così dire, sconvolto questa campagna per le tematiche affrontate e per aver scaldato i cuori di milioni di persone, dando vita ad un vero e proprio movimento. Purtroppo o per fortuna, era immaginabile che il front-runner dei democratici sarebbe stata Hillary Clinton, anche se il senatore del Vermont e il suo staff ci hanno creduto sino alla fine.
Solamente con l’intervento di Obama, Sanders sembra allinearsi alla politica del partito, ossia sostenere Hillary Clinton ed unire il partito contro Trump nella corsa per la casa bianca. Tuttavia, il senatore del Vermont con lo slancio che ha preso il suo movimento, può essere quel qualcosa in più per la finale vittoria della Clinton.