Lo abbiamo visto arrivare con la sua carriola, passo deciso, sguardo determinato. I bimbi si sono fermati giusto due secondi per controllare cosa stesse facendo e poi sono tornati al loro lavorio. Io mi son persa un po’ di più ad osservarlo, quel vecchio signore: la sua pelle così vissuta, le mani tozze e sciupate dal lavoro, i vestiti da campagna.
L’aveva detto che sarebbe tornato in cinque minuti: “Allora se voi un vu’ ve ne fate di nulla gli piglio io questi ciocchi! Vo’ a prendere la carriola e torno a caricalli”.
Ed eccolo spuntare da dietro una gran cancellata verde, venire dritto dritto verso quel che rimane di due begli alberi che facevano così bello il giardino sotto a casa nostra. Spezzati dal vento. Fatti a pezzi dalla protezione civile. Usati – ormai credo il prossimo anno – per far fuoco nella stufa di casa di questo signore.
E mentre lui fa avanti e indietro con la sua carriola, loro tre si danno un gran da fare usando i rami rotti come spade – “Bimbi, non si combatte con i rami, vi fate male!!” – come asce – “State lontani tra di voi, però! Sennò mentre alzi quel bastone rischi di darlo in testa a lui che ti è qui vicino” – come zappe – “Ecco, così sì!!!”.
E poi mi viene in mente Marcovaldo. Quel Marcovaldo del “Bosco sull’autostrada”, sì!
Ne ho visti tanti altri, in questi giorni, in strada a raccogliere rami rotti e tronchi spezzati.
Tanti Marcovaldo portati da quel gran vento della settimana scorsa. No, aspetta: ma quella portata dal vento non era Mary Poppins?!
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