
“Amore secondo me ci prende in giro, a me non sembra vero questo Babbo Natale”
“Ma dai, cosa te lo fa pensare?”
Anche qui in Messico ci sono i Babbo Natale in giro, ci sono enormi renne illuminate, alberi di Natale, palline, stelle e luci ovunque.
E anche qui, ad un certo punto, i bimbi smettono di crederci, parola di Alejandro, 9 anni.
Poi ha aggiunto che crede di più all’arrivo de “los reyes”, i re Magi, e a loro chiederà il LEGO in regalo.
Ed io ho sorriso felice. In quel momento di anni ne avevo 6 o 7 più o meno.
Se il Natale appare tanto magico, è perché siamo stati bambini e ricordiamo quanto fosse bello svegliarsi il 25 per andare all’albero e rimanere di stucco e saltare e gridare per tutta la casa come piccoli pazzi.
Non è forse così?
Io (che ve lo dico a fare?) ho chiesto e avuto dai miei Babbo Natale, tanto LEGO che continuo ad amare come un piccolo pazzo e parlare con Alejandro mi ha riportato con la mente ai tanti 25 dicembre iniziati con lo svegliarsi piano, andare in punta di piedi a tentennare il letto di mio fratello per svegliare anche lui, poi si andava a tentennare mia sorella, poi tutti e 3, piccoli birbanti, in punta di piedi, piano piano piano, si scendeva le scale, illuminate ad intermittenza dalle lampadine dell’albero e… putiferio.
Immagino i miei genitori che ci spiavano dall’alto delle scale, mentre noi 3, piccoli furfantelli a intermittenza, pensavamo di essere invisibili, o quasi.
Ecco perché il mio LEGO è tanto prezioso, perché custodisce qualcosa che solo io e i miei fratelli invisibili come me conosciamo.