Firenze come Roma, New York e Tokyo: rosa. Per dire che “Sì, si può”. Anche dopo aver ricevuto una di quelle notizie devastanti, tremende. Che ti lasciano senza fiato, senza voce, senza nient’altro in testa se non quella parola: cancro. Che fa paura solo a dirlo.
Si può vincere! Una delle battaglie più faticose e dure. Una lotta contro un nemico silenzioso e terribile. Contro la paura, anche. Si può: nonostante la nausea che non ti dà tregua e ti risucchia le forze.
Si può vincere! L’ha detto anche Firenze, questa notte, colorando di rosa il Biancone.
Rosa, come il nastro della campagna Lilt.
Rosa, come un foulard annodato sulla testa.
Rosa, come il Campidoglio, l’Empire State Building, la Torre di Tokyo.
E mentre scrivo penso alla mia mamma Maria e alle donne di casa mia. Penso ai loro sorrisi. Alle loro lacrime. E poi di nuovo ai sorrisi. Alla forza che non credevano di avere, al coraggio che hanno dovuto trovare. Alla vita.
L’ho vissuto da figlia, io, il tumore al seno. In una stanza di ospedale. A chiacchierare sul “niente”, per far passare il tempo, cercando di non pensare troppo. E poi: gli abbracci silenziosi. Le lacrime e i sorrisi – nonostante!
E allora, da donna, dico grazie alla mia città, per aver schiarito il suo viola, fino a farlo diventare rosa.
E da figlia, da nuora, da nipote, dico grazie alle donne di casa mia. Perché – ne avrebbero fatto a meno volentieri, lo so – ma più del Biancone, più del nastro rosa della Lilt, sono loro a dirmi, ogni giorno, che “Sì, di tumore al seno si guarisce”.
La foto del Biancone è sul sito della Lilt Toscana.