Siete mai incappati in un tunnel di Einstein-Rosen? Uno di quei worm-hole che vi portano da un punto all’altro dell’universo? No? Ok, allora ciò che sto per narrarvi vi parrà, oltre che assurdo, anche poco veritiero!
Tutto iniziò con l’idea degli augusti organizzatori di tuttaFirenze.it: portare in giro pel mondo il logo dello sito.
E io accettai la sfida! Sì perché per una persona pigra qual sono, il viaggiare è un problema, non sol logistico ma pure psicologico!
Ansia da partenza, paranoia da percorrenza, delirio d’arrivo a destinazione… V’è mai capitato di partire con pizzico d’ansia che vi maldispone a salire in auto, sull’aereo, in bici, in treno? Ebbene, prendetela come una medicina amara che vi farà un gran bene! Perché viaggiare è atto consapevole e creativo, non si viaggia solo nel tempo e nello spazio, si viaggia dentro noi stessi, portando noi stessi altrove, a incontrare altre realtà.
Già! Altre realtà. Il Worm-hole (spiegherò meglio nella prossima puntata) me lo sono trovato d’innanzi all’improvviso e vi son finito dentro senz’altro bagaglio che il logo di tuttaFirenze.
E’ tutto vero! Grazie al cellulare potrò inviarvi le foto di questo incredibile viaggio, a testimonianza di quanto è accaduto e sta ancora accadendo.
Il primo salto mi spedì nella Firenze del 1313 circa, dove ruzzolai sul selciato d’una viuzza nascosta e puzzolente.
Le genti mi passavano accanto incuriosite ma solo uno s’abbassò a raccogliermi da terra con fare gentile:
– Messere, qual vento vi fece cadere così?
Non stetti a spiegargli donde venivo, non lo avrebbe compreso. Mi limitai a chiedergli chi egli fosse tant’è che lui rispose, – Son figlio d’Alighieri.
E prese a parlar della vita sua, che intuii esser un inferno a causa dello suo naso adunco e di tal Beatrice, fanciulla dalle cosce lunghe e dal guardo fuggente.
Colto fui a quel punto da improvviso tremore e tremito nelli pantaloni miei.
Boni! Era il vibracall del cellulare!
Mi scusai con l’omo de lo mio incontro e ascoltai chi m’avea chiamato in sulla soglia dell’angusto divenire.
Sorpreso ma non troppo, volsi allora al Sommo Poeta il viso e con gesto e parole rispettose, porsi lo mio telefono all’omo dicendo:
– E’ per lei, Messer Dante, è tal Virgilio! E v’aspetta!
Bello sarebbe lo narrarvi ciò che avvenne poi, ma già scritto lo trovate nella Divin Comedia e se lo tempo è infinito, lo spazio qui concessomi è svanito.