Lontano migliaia e migliaia di chilometri dall’Italia, accendo il computer per leggere le ultime notizie e vengo travolto da fiumi di parole (Jalisse docet) che scorrono attorno ad un solo argomento: lo scontro fra Valentino Rossi e Marc Marquez.
E che è!? Che sarà mai successo? Sono curioso di sapere e approfondisco.
Allora, prima di tutto bisogna che racconti qualcosa di me, per illustrare meglio il mio punto di vista.
Sono stato un fanatico, anzi, FANATICO delle corse motociclistiche e felice motociclista (ducatista per 12 anni). Non si può certo dire che io sia anziano, tutt’altro, ma avendo iniziato a seguire questo sport prestissimo (nel 1989 quando avevo 12 anni) penso di poter dire che ho accumulato una certa “anzianità” nel settore e ne ho viste di tutti i colori, sia in tv che in pista, perché da malato quale ero, i gran premi in Italia non me li perdevo di certo.
E non solo quelli su asfalto. Anche il motocross è stato un grande amore e ho seguito numerose gare indoor e outdoor (al chiuso e all’aria aperta, per chi non lo sapesse) e durante il Supercross del 1995 a Genova, ho avuto la tenacia e la faccia tosta sufficienti per avvicinare nel suo box LUI, la leggenda, Jeremy McGrath (che a voi non dirà nulla, ma negli anni ’90 era il più forte pilota di motocross di tutti i tempi, il primo ad “uscire” dalla moto durante i salti vertiginosi, un fulmine sulle whoops.. va bene sto divagando) e scattarmi alcune foto con lui. Ricorderò quel giorno per sempre.
Erano altri anni, non importa neanche dirlo, c’erano altri piloti e altri campioni, non c’era Guido Meda a commentare con la sua voce e le sue grida (che sinceramente non sopporto).
Bene, ora che vi ho spiegato la mia relazione con il mondo delle moto, è giusto vi dica anche che non le seguo più da tempo per vari motivi.
Ma stamani ho ugualmente voglia di esprimere il mio parere sul fattaccio Rossi-Marquez.
Prima di tutto è evidente, ormai da tanto tempo, l’influenza che Valentino ha su tutti. È un pilota fortissimo, nulla da dire, ma è anche un personaggio che ha costruito un enorme consenso e un oceano di fans grazie alla sua immagine e al suo modo di giocare (c’è stato il periodo della polleria Osvaldo, poi il dottore, ecc ecc). Qualunque cosa faccia viene acclamato a gran voce, le ragazzine urlano, i ragazzetti impazziscono.
Ecco, chi segue il motociclismo da tempo (da tanto tempo intendo, non quelli che lo seguono da quando c’è Dio Valentino) ricorderà i duelli serrati fra Rainey e Schwantz, Lawson e Mamola, Doohan e Gardner, Capirossi e Gresini, Cadalora e Romboni. E si potrebbe andare avanti a digitare nomi per ore.
Sportellate a raffica, campionati combattutissimi, giochi di squadra nelle ultime gare. Bellissimi anni.
E c’è un’unica granitica verità che non passa con gli anni, che è sempre la stessa e lo sarà anche fra secoli: se sei il più forte, se sei il più veloce in pista, apri il gas e semini tutti. Vedrai che gli altri non ti si avvicinano per “sportellarti”.
Onore a Vale e alle sue imprese, lo dico molto sinceramente, ma ci sono piloti altrettanto forti e veloci oggi (Lorenzo e Marquez sono fra questi) e il campione quando non riesce a dominarli e lasciarli negli specchietti, come si usa dire, si innervosisce.
Intervistato, Valentino ha dichiarato che avrebbe voluto “portarlo lungo, cercava di allargare la traiettoria di Marquez per portarlo fuori e fargli perdere tempo” e questo, a mio parere, la dice lunga sul fatto che non era in grado di staccarlo.
Perché il punto è questo. La vera soluzione per scrollarsi di dosso un avversario in pista (se sei superiore a lui) non è cercare di portarlo fuori ma semplicemente aprire il gas e lasciarlo dietro. E Vale evidentemente non riusciva a farlo.
Mettete un attimo da parte l’amore per il biondino di Tavullia e siate osservatori obiettivi di una competizione.
Le gare motociclistiche (e più in generale motoristiche) non sono cose da mammolette. Devi essere forte, tecnicamente, fisicamente e psicologicamente.
Il campionato lo vincerà chi ha ragione perché come mi disse un saggio una volta “nello sport ha ragione chi vince”.
Niente di più vero.
