Chi ricorda il maestro Manzi, faccia buona, voce rassicurante, carboncino in mano e fogli bianchi, il maestro televisivo di milioni di italiani analfabeti negli anni 60? Chi ricorda “Non è mai troppo tardi” fra le trasmissioni di maggior successo della prima Rai pedagogica e democristiana di Ettore Bernabei?
Non è mai troppo tardi: deve averlo pensato anche Giuseppe Ottaviani, iniziando a settant’anni la sua nuova vita da atleta di successo mondiale.
Qualche giorno fa, ai Campionati Italiani Master di Lanci, ad Ancona, ha stabilito infatti un nuovo record mondiale di categoria, saltando in lungo un metro e sedici, migliorando di otto centimetri la misura che già gli apparteneva.
Avete letto bene: migliorando. Gli anni passano e lui migliora. Il 20 maggio ne compirà 101, mica noccioline. Chi è ancora vivo a questa età generalmente regge l’anima coi denti e rilascia interviste a Rai Storia rannicchiato al canto del fuoco. Lui no. Lui gareggia negli stadi di atletica, prende applausi nei palazzetti dello sport, stabilisce record.
Marchigiano di Sant’Ippolito, nato durante la Grande Guerra, di guerre ha combattuto la Seconda, da aviatore. Poi ha fatto il sarto, il mestiere di mamma, mestiere da seduto, se ce n’è uno.
A settant’anni, da pensionato, si è finalmente alzato dalla sua sedia di sarto. Che noia, però, la pensione. E allora sport. Come da ragazzino.
E in trent’anni ha stabilito decine di record, italiani, europei, addirittura mondiali. Un elenco lunghissimo. L’apice della sua straordinaria carriera agonistica nel 2014, ai Mondiali Master di Budapest, 10 medaglie d’oro in 10 specialità diverse: 60 metri, salto in alto, salto in lungo, salto triplo, 200 metri, lancio del peso, lancio del disco, lancio del giavellotto, lancio del martello, lancio del martello con maniglia. Non male, eh? Sembra che un avversario abbia tentato di mettergli nella tasca dei pantaloncini della Kriptonite….
Ora, questo nuovo record mondiale. Un metro e sedici,un passo di un ventenne …Com’era quella? “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. Ecco, con la storia di questo arzillo centenario, più o meno siamo lì, sulla luna.
Giuseppe Ottaviani, uno per cui non è mai troppo tardi, per fare, imparare, andare avanti. Sarebbe piaciuto al maestro Manzi.