
A che punto è il TTIP, il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti i cui colloqui sono iniziati più di due anni e mezzo fa?
Restando alle ultime indiscrezioni, anche se coperte da molta segretezza, sembra che il processo verso l’unificazione dei due mercati vada molto al rilento. Dall’ultimo round, il dodicesimo, che si è tenuto a Bruxelles nel mese di febbraio, le intenzioni delle due parti era quello di concludere tale accordo entro la fine di questo anno.
Secondo il commissario europeo per l’agricoltura, Phil Hogan, tale accordo non sarà possibile raggiungerlo entro la fine del mandato di Obama, anche perché le presidenziali americane si dilungheranno sino al passaggio ufficiale, che avverrà a gennaio. Anche dall’esito del vincitore che uscirà dalle elezioni, il trattato potrebbe prendere direzioni diverse.
Stando alle parole del commissario, il settore agricolo, un settore molto sensibile in questi negoziati, con il trattato non diminuirà gli standard di qualità e sicurezza tipici del nostro continente. Tuttavia, sarebbe opportuno sapere con maggior certezza quali sono i risvolti che un tale accordo apporterà a questo settore, molto importante a livello europeo e nazionale. Infatti, secondo Greenpeace, che nell’occasione del dodicesimo round ha protesto attivamente, il TTIP è una minaccia per la democrazia, la protezione dell’ambiente, gli standard di sicurezza per la salute, le condizioni dei lavoratori, tutto ciò a favore delle multinazionali, a cui verrebbe permesso di usare un potere senza precedenti.
Cosa ne sarà di questo trattato?