Pare che la nuova tecnica del settembre fiorentino per reagire a schiamazzi, musica e risate troppo forti sia il lancio di una bottiglia. Una bottiglia piena di liquido, secondo qualcuno un liquido poco piacevole, su una piazza troppo rumorosa. È successo per davvero, più di una volta. C’è qualcuno, speriamo solo uno, che pensa di farsi “giustizia” da solo, riempiendo una bottiglia di liquido e scagliandola contro una piazza Santo Spirito piena di ragazzi.
Io ho 25 anni, sarebbe troppo facile per me prendere le difese della cosiddetta “movida selvaggia” senza cercare di capire la situazione, e non è questo quello che faccio. Le mie serate capita che le passi proprio in quelle piazze incriminate, quelle dell’infinita guerra tra i residenti che lavorano e i ragazzi che sanno solo bere e divertirsi, ma anche io so che non tutto è giusto. Ci sono cose che si dovrebbero evitare, come far trovare bottiglie e pipì fuori dalle porte dei palazzi, e altre no, come permettere che un ragazzo passi la serata in una piazza della propria città.
Il muro contro muro non risolve niente, così come rifiutare di capire. Però con chi prende una bottiglia e la getta addosso a dei ragazzi non uso nessun riguardo. Non mi interessa quante notti non ha dormito, perché questa non è la vecchia storia del secchio d’acqua, qui si tratta di fare male, di tirare un oggetto contro delle persone, su degli scalini dove mi siedo anche io, dove si siedono i miei amici e tanti ragazzi che studiano e lavorano, e anche tanti altri che magari non fanno niente di utile e intelligente, ma che di certo non si meritano una bottiglia in faccia alle 2 di notte. Esasperazione e carenza di ore di sonno, lasciando da parte l’ironia, non possono essere una giustificazione, non devono.
A questa persona propongo uno scambio. Venga pure a casa mia, a Campi Bisenzio. Niente urla la notte, si trova parcheggio facilmente e ci sono molti supermercati vicini. Cedo la mia silenziosa stanza, e io vado a vivere nella sua, in una delle piazze più belle del mondo.