La prefazione dell’autore inizia così: “Eccomi. Se anche vivessi cent’anni…”.
Purtroppo Giorgio Faletti ci ha lasciato repentinamente pochi mesi fa e questo è il mio omaggio ad un personaggio eclettico ed indiscutibilmente di talento.
Questi sette racconti brevi si muovono avendo come denominatore comune quello sfondo magico e surreale tanto caro all’autore che, a mio giudizio, con Fuori da un evidente destino, incentrato appunto sul risveglio di una figura maligna venuta dal passato, ha prodotto la sua migliore opera.
La raccolta eredita le atmosfere noir del giallo classico, vedi il primo racconto Una gomma e una matita, che per la sua corposità, circa 110 pagine, è già un mezzo libro; passando per il genere macabro, L’ultimo venerdì della signora Kliemann; per affrontare il genere paranormale ne Le spugnole, e toccando il genere horror in Physique du role.
Una menzione particolare merita infine La ragazza che guardava l’acqua.
Questo racconto vale tutto il costo del libro; storia delicata e raffinata con una vena malinconica armonizzata e perfettamente cucita al personaggio misterioso che… non è la ragazza!
Tutti i racconti sono di buon livello ma hanno qualche inciampo di stile e qualche rozzezza linguistica che seppur correlata a personaggi popolani si discosta un po’ troppo dal livello generale del testo.
Come tutte le opere di Faletti si legge con piacere; con lui si perde un autore importante non fosse altro per la sua grande originalità, caratteristica sempre più rara da trovare.
Edizione commentata
Giorgio Faletti, Pochi inutili nascondigli, Baldini&Castoldi, Milano, 2014