Gli scatto tre foto e poi la macchina fotografica si scarica.
“Matte, ma comeee?? Uffa però, scusa eh!!”.
“Ma se era tutta carica quando…”.
…………..
“Vabbè dai, uso il telefono. Però non vengono belle come quelle della macc…”.
“Oh daiii”.
Allora gli faccio due foto. E poi il telefono mi dice che lo spazio è esaurito e che…
“No, vabbè!!! No, via. Ora davvero guarda che…”.
“Tieni, usa il mio”.
Gli faccio altre tre foto. E poi sono così belli e felici che decido di godermeli ad occhio nudo.
“Grazie, tienilo te. Ho finito di far foto!”.E li guardo che ridono, si tirano i coriandoli, si rincorrono, sbattono sulle gambe della gente che sta in mezzo e poi ripartono a correre. Mi girano intorno con i pugni chiusi e le mani piene di coriandoli e poi:
“Mammaaaaaaa, beccati questi!”.
E non so se lo sanno ma io adoro i coriandoli! Però mi arrabbio per finta e li rincorro. E rido. Ed è come se la piazza si svuotasse di tutta l’altra gente e rimanessero solo i colori e la musica. E noi cinque. E d’un tratto mi accorgo che i loro sorrisi sono il mio sorriso. Che sono contagiosi. Liberatori. Sono sorrisi che mi fanno perder la memoria della fatica che sto vivendo in queste ultime settimane. Sono sorrisi pieni di luce e di colori. Sono boccate d’aria profumata. Sono la mia vita. Meravigliosa. Sono vita.
(Visited 609 time, 1 visit today)