Da Montevarchi (paese natale dell’autore) con furore! Al posto di Bruce Lee troviamo invece una piccola contadinella, Ailis, dalla forza erculea e dai natali, a lei ignoti, semi divini. Non leggo fantasy e mi sono addentrato nella lettura con molte perplessità. Il racconto si fonda su uno standard molto usato, visto che si ripete dalla notte dei tempi o, se volete, dalla prima fiaba raccontata: lo scontro manicheo fra il bene e il male; alla ragazzina in questione (il personaggio positivo) , il principe delle Terre Alte (il personaggio negativo) e la sua perfida truppa, uccidono, trucidandoli spietatamente, i genitori. Dalla conseguente sete di vendetta, partono tutte le disavventure che, in un mondo che strizza l’occhio al buon vecchio Tolkien, si dipaneranno, in maniera paratattica e in un florilegio di intuizioni oniriche, città pazzesche, mostri, elfi, lupi, maghi e sortilegi malefici e potentissimi. Non originalissimo, in fondo, ma con gran ritmo e fluidità di scrittura, riesce a “tenere” il lettore anche se sono fin troppe le citazioni mal celate: dall’ “Orlando” ai fumetti giapponesi, da Calvino a Borges, da Guerre stellari a Conan il barbaro, senza tralasciare, gli immancabili inserti splatter. Dall’Ariosto, dunque, a Tarantino, in un colpo solo, si avverte una certa mancanza d’identità dell’autore, ma forse voluta; autore che riesce comunque a costruire un tessuto fantastico non disprezzabile. Il finale, a mio avviso troppo scontato, non è all’altezza di alcuni episodi interni ben costruiti. Da leggere come un… fantasy evoluto.
Edizione commentata
Vanni Santoni HG, Terra ignota, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2013