Talvolta accadono fatti che sono emblematici del cambiamento dei tempi. Nel pomeriggio del 29 giugno sir Paul McCartney si è messo in coda alla gelateria del porto di Amalfi, insieme ad altri turisti. Si è comprato il gelato e se lo è mangiato tranquillamente, come un qualunque pensionato di Voghera (magari il marito della ben nota casalinga).
Nessuno lo ha salutato, nessuno ha provato a scambiarci due parole, nessuno gli ha chiesto un autografo, nessuno ha azzardato un selfie in sua compagnia.
Non Drupi, Paul McCartney.
McCartney è stato per anni uno dei cantanti più famosi del mondo, prima quando militava nei Beatles, poi quando cantava con i suoi Wings, e oggi, anche se è inevitabilmente meno attivo dal punto di vista artistico rispetto al passato, è comunque ben lungi dall’essersi ritirato dalle scene.
Se un Beatle è meno riconoscibile di un tronista qualsiasi, vuol dire che i tempi sono decisamente cambiati.
È così strano?
Forse no; semplicemente è un segno del fatto che i miti del passato (peraltro recente) non appartengono più all’immaginario collettivo, non appartengono più a quella concezione dello star system che ha oggi la gente.
Il tre luglio scorso è stato il quarantacinquesimo anniversario della morte di Jim Morrison, altro mito indiscusso di almeno due generazioni, simbolo della controcultura hippy e sessantottina, una delle figure più importanti del secolo scorso a livello artistico, culturale e sociale.
Ormai il suo volto, che campeggiava su t-shirt, poster, adesivi e supporti di ogni genere fino a pochi anni fa, non è più familiare. Il suo ruolo nella storia della musica e del costume, più che essere stato ridimensionato dal trascorrere del tempo, non è proprio stato tramandato alle nuove generazioni.
Di esempi analoghi se ne potrebbero citare molti altri.
Bisogna prendere atto dell’evoluzione del costume e accettare che i miti si succedano. I Beatles superstiti possono andare in gelateria tranquilli, nessuno li disturberà, come nessuno disturberà il pensionato di Voghera. A differenza del pensionato di Voghera, però, Paul McCartney dopo il gelato, se ne è tornato sul “Rising Sun”, mega-yacht di 133 metri di David Geffen, con la consolazione di un oblio dorato.
Non è dato sapere se c’era anche Drupi.