Tutti sanno che uno dei prodotti più tradizionali la cui storia è radicata nella cultura contadina Toscana, è senza dubbio il Vin Santo, detto anche “vin da messa”.
Non tutti conoscono però l’origine del nome. Provo a raccontarvi un paio di aneddoti che lo riguardano.
Una versione senese narra di un frate francescano che curava le vittime della Grande Peste del 1348, con un vino utilizzato dai confratelli per celebrare la messa. Da ciò, nacque la convinzione che quel vino avesse proprietà miracolose, per cui gli fu attribuito l’appellativo di “santo”.-
Un’altra versione è quella di origine fiorentina , che riconduce la nascita del termine “Vinsanto” al 1439, anno in cui si tenne a Firenze il Concilio ecumenico indetto da papa Eugenio IV, con l’obiettivo di riunificare la Chiesa di Oriente, il cui clero sembra fosse alloggiato nella zona intorno a Borgo de’ Greci, da cui ne deriverebbe il nome, con quella d’Occidente, che si erano separate a causa del grande scisma. In uno dei tanti pranzi, organizzato dai Medici per l’ occasione, venne servito un vino passito che piacque particolarmente al cardinal Bessarione, vescovo di Nicea, che esclamò:”ma questo passito è Xantos”, tanto fosse somigliante al vino prodotto a Xanthos. Solo successivamente, il nome fu trasformato nell’aggettivo latino “santus”.
Queste le leggende che avvolgono il nome del VinSanto. Io credo, più semplicemente, che derivi dal fatto che, fin dal tempo dei tempi, fosse usato come vino da messa, trattandosi di un vino liquoroso, prevalentemente dolce, con profumi complessi di frutta secca e miele ma armoniosi, e un colore dorato, sicuramente più adatto allo scopo, rispetto al vino da tavola.