
Zebre – Dragons
Se avete avuto modo di aprire un giornale o anche solo buttare un occhio su facebook, sapete già cosa è successo. L’Italia ha preso l’ennesima batosta e la colpa sta ricadendo su Lovotti autore, insieme a Quaglio, di un fallo da cartellino rosso che ha definitivamente abbattuto la formazione azzurra nella lotta con il Sud Africa.
Non che la partita fosse comunque delle più facili, i sud africani hanno schierato la migliore squadra possibile mettendoci immediatamente in difficoltà con ben due infortunati nella prima linea nel primo tempo. Però l’Italia si stava impegnando per LA partita, quella che le avrebbe aperto la porta per il rugby che conta. Invece è stata una sconfitta, sofferta, con gli Azzurri nuovamente in difficoltà nel concretizzare le fasi di attacco. 49-3 è il punteggio finale e soltanto una vittoria contro gli All Blacks porterebbe Parisse e gli altri nell’olimpo dei quarti di finale. Guardiamo in faccia la realtà, l’Italia è fuori dal mondiale e le voci di un piano studiato per arrivare ad avere le mischie no contest (non giocate in quanto gli italiani hanno perso tutti i piloni destri nella partita e non sono, secondo il parere arbitrale, in grado di giocare la mischia) danno una immagine del rugby italiano eccessivamente distorta, che non rispetta quello che è realmente. Sacrificio e abnegazione.
A rincarare la dose sono le due sconfitte in pro 14 del Benetton Treviso e Zebre Rugby che hanno dovuto inviare i piloni Fischetti e Zilocchi come rinforzi per O’Shea e Soci vista la sospensione di Lovotti e Quaglio. Le due franchigie, la federale si è vista dover riorganizzare il gioco a un giorno della partita ma in realtà ha pagato la sua indisciplina, non sono state un problema per gli avversari, rispettivamente Connacth e Newport Dragons.
Ancora arrivano i richiami, sempre da una cosiddetta stampa specializzata, a una urgente riorganizzazione della Federazione Italiana Rugby e del sistema rugbystico italianor nonchè la tremenda flagellazione mediatica di Lovotti per il suo errore (quando si tratta di un esempio di rettitudine riconosciuto a livello mondiale). Fatto sta che noi italiani dobbiamo ancora stringere i denti con il poco che abbiamo, senza capri espiatori, mentre il rugby che conta ci guarda, ancora una volta, dall’alto.