A partire dallo scorso primo Luglio fino al 31 Dicembre 2014, l’ Italia è a capo della Presidenza del Consiglio dell’ Unione europea. Questo è di certo un ruolo di prestigio, ma ha anche il grande merito di conferire a coloro che lo rivestono il potere d’ intervenire sull’agenda europea. Infatti il Paese che si trova a ricoprire tale incarico ha il compito di preparare, coordinare e presiedere i lavori del Consiglio, agendo come mediatore neutrale tra i diversi governi che operano in questo, al fine di promuovere le decisioni legislative e le iniziative politiche.
A tre mesi dall’insediamento italiano appare interessante e forse anche un po’ giusto, effettuare un primo bilancio dei risultati e dei fallimenti fino ad ora ottenuti dalla Presidenza del Consiglio dell’ UE made in Italy.
Nonostante le innumerevoli riunioni convocate, gli incontri con i vari Ministri dell’Unione e le tante conferenze stampa, duole dire che i risultati incassati dalla Presidenza italiana sono piuttosto scarni. All’inizio dell’estate 2014, tra gli addetti ai lavori che circolano nei palazzi del potere europei era grande l’ attesa per il programma che avrebbe presentato il Governo italiano in vista dell’imminente incarico di Presidenza, ma altrettanto grande era l’ansia per il suo vistoso ritardo nell’essere presentato, quando poi finalmente è giunto esso poneva come punti base la crescita economica e occupazionale, maggiori spazi di libertà e sicurezza per un pieno esercizio dei diritti di cittadinanza e un ruolo più forte dell’Europa nel mondo. Per ora però tali propositi sembrano essere obiettivi lontani, molto lontani.
Non volendo essere identificato come uno dei numerosi membri del partito dei gufi o un fatale disfattista, mi pare giusto anche ricordare che la Presidenza italiana è giunta proprio in un momento non facile per l’ Unione, a causa dei lunghi tempi che ha richiesto la formazione della nuova Commissione europea a seguito delle elezioni politiche dello scorso Maggio; a ciò occorre aggiungere la burrascosa situazione internazionale in cui l’ UE è chiamata ad operare.
Al momento un punto del programma, cioè rafforzare il ruolo dell’Europa nel mondo, secondo il parere di alcuni addetti ai lavori, sembra esser stato portato a compimento tramite la nomina della Mogherini come Alto Rappresentate della politica estera dell’Unione.
Tuttavia richiamando il programma presentato dalla Presidenza italiana occorre sottolineare come ad ora nessuna misura in favore di crescita e lavoro è stata trattata, ma un piccolo barlume di speranza proviene dalla prossima Conferenza dei Capi di Stato e di governo dell’Unione europea dell’ 8 Ottobre, che avrà come tematica di discussione principale proprio il lavoro e si terrà con grande entusiasmo del nostro premier a Milano. Ma in fondo come si sul dire la speranza è sempre l’ ultima a morire.