“Che Parigi esista e che qualcuno scelga di vivere in un altro posto nel mondo sarà sempre un mistero per me”. Sono le parole di Adriana, il personaggio della splendida Marion Cotillard nell’altrettanto splendido Midnight in Paris. Anche se all’attivo ho qualche film in meno della Cottillard, sembra quasi che Woody Allen abbia scritto quella frase per me, solo che con Firenze al posto di Parigi. Penso in qualche modo di essere nata per questo posto. Riesco a sorridere naturalmente se alzo gli occhi verso il Duomo, e mi si mozza sempre il respiro se mi fermo a guardare la città, dalle sponde del fiume, la notte.
Forse è perché dentro Firenze ci sono anche io. Basta toglierci due lettere, ed eccomi saltare fuori. Viaggio da quando ho 2 anni e non farei altro che viaggiare, ma mai mi è saltato in mente di vivere per sempre in un posto che non sia questo. Ho 24 anni ma sono conservatrice, conservatrice del luogo. Magari è anche questa consapevolezza che mi fa amare ogni posto in cui vado, perché so che alle altre città non chiedo di essere mie per sempre, chiedo loro solo di farsi amare quando ne ho voglia.
E le amo, accidenti se le amo. Ma non mi scordo mai della mia città, neanche quando sogno di poter andare in ognuno dei teatri di Shaftesbury Avenue, o quando mi rendo conto che non ci sia strada o piazza di Parigi a non essere splendida, quando la sincerità e l’estro di San Francisco mi stringono il respiro, quando le contraddizioni di Roma mi fanno perdere la testa per lei, quando vorrei fermarmi a bere un caffé in ogni piazza di Madrid o quando camminare sulla Fifht Avenue con un bicchiere di Starbucks mi fa sentire soddisfatta.
Porto nel cuore molte città, ma Firenze è l’unica a portarmi sempre con sé. E allora io, per sdebitarmi, la porto con me.